Dai primi importanti appuntamenti della carriera (Roma 1970) alla totale immersione nell’impegno artistico in Italia e all’estero (in Europa, USA, Emirati Arabi: Chicago, San Francisco, Dubai) Anna Caser ha costantemente ricercato nelle forme e nei colori un’armonia tra razionalità e passione. Attenta alle voci internazionali dell’avanguardia, la pittura dell’artista è avanzata attraverso molteplici esperienze culturali senza per questo adagiarsi mai in mode. Dai primi approdi post-cubisti ha saputo sviluppare una ricerca dell’ordine, dell’armonia e del significato nel caos apparente delle forme naturali e delle interazioni umane. Affascinata dallo studio dei “frattali” risale al reticolo genetico degli elementi della natura usando la frattalizzazione modulare che si ordina sul caos dello spazio grafico facendo nascere imprevedibili ordini per serialità successive di piccoli moduli dove il sogno e la favola vengono ad abitare. L’esito è
quello di una pittura intensa, non priva di distacco e di ironia , dove
preparazione dei fondi delle tele, frantumazione delle geometrie e del colore
raggiungono una originale unità formale.
Negli anni 2000 entrano per la prima volta le tecniche digitali e
l’elaborazione al computer accanto alle tecniche pittoriche
tradizionali, la fantasia conquista facilmente il potere di mettere in
sintonia con il mondo la capacità visionaria dell’artista. Anna Caser in
questa serie di lavori dimostra come il suo cammino continuo, tenace,
ricordato spesso nei contributi critici da Dino Formaggio, sia arrivato a
una svolta tecnica importante.
Ultimamente la sperimentazione
porta l'artista ad avvalersi anche di collaborazioni, nasce così il
gruppo ACCA insieme all'artista Adriano Cecco. I due, pur provenendo da
percorsi e formazioni differenti, partecipano a un progetto comune
realizzando diverse installazioni.